ANIMA SCENICA
Compagnia teatrale di antropologia artistica contemporanea
(ex Arts & Crafts) Fondata nel 2010, essa si compone di artisti multidisciplinari che si incontrano in un processo creativo volto ad intrecciare la ricerca antropologica a quella artistica – teatrale contemporanea per la produzione di opere sceniche originali.
Dal 2018 la compagnia produce opere teatrali in Residenza artistica presso il Teatro delle Arti di Lastra a Signa (Fi), con il finanziamento del MIBACT e Regione Toscana. Nel 2020 la residenza artistica si è estesa anche al Teatro Comunale Corsini di Barberino del Mugello (Catalyst).
Il taglio artistico delle produzioni verte su uno stile tout publique che amplia il panorama dello spettatore rispetto al tradizionale teatro ragazzi.
Nel 2019 la compagnia ha partecipato, tra gli altri, al festival “Tra le generazioni” di Castelfiorentino
Dal 2020, invece, AnimaScenica Teatro fa parte della Rete Internazionale del Teatro Ragazzi Assitej Italia.
Sempre nello stesso anno la compagnia è entrata a far parte di una rete di progettazione Europea legata ai fondi Erasmus+ per cui ha condotto in Grecia, nella città di Salamina, un’esperienza di formazione teatrale per giovani europei under 30.
Nel settembre 2020 nasce la prima produzione cinematografica di AnimaScenica Teatro: “La casa rossa”, short movie in stile fantasy che trasforma in linguaggio multimediale la storia del primo spettacolo della compagnia sulle leggende della tradizione popolare.
Il teatro site specific, il teatro della memoria e di narrazione costituiscono, infatti, altri filoni importanti dell’evoluzione artistica della compagnia.
Nel 2011 AnimaScenica Teatro, allora Arts & Crafts, vince il Premio Internazionale Pro Arte – sezione valorizzazione dei piccoli comuni, con il progetto “Il teatro dei Raccontapaesi” e nel 2019 viene chiamata a partecipare al Festival Internazionale di Narrazione di Arzo – Svizzera.
Inoltre, anche il teatro civile assume un ruolo importante all’interno del processo di creazione della compagnia. Molte produzioni sono legate ad argomenti come l’immigrazione e la violenza di genere. Dal 2018 la compagnia collabora, infatti, con la provincia di Grosseto, su progetti ministeriali in tema e Centri antiviolenza di tutta la Toscana.
Infine, AnimaScenica Teatro si occupa, dalla sua fondazione, di formazione teatrale, di danza contemporanea, di danza creativa e di teatro movimento.
Dal 2010 coordina i pacchetti formativi della Rassegna provinciale Teatro della Scuola, Premio Città di Grosseto. Inoltre, si occupa di progetti culturali e didattici in ogni scuola di ogni ordine e grado e con svariate categorie protette: teatro outsider (disagio mentale, disabilità) e teatro carcere.
ULISSE SENZA TERRA
Uno spettacolo di teatro contemporaneo adatto ad un’ampia fascia di pubblico (tout publique) che affonda le sue radici
in uno dei classici senza tempo della letteratura: l’Odissea.
Un susseguirsi di quadri che lasciano lo spettatore spiazzato e lo rendono sempre più partecipe delle vicende narrate, in un’alternanza mozzafiato di scene, testo e movimento.
Due vele bianche ed uno scaleo multiforme: questa l’essenzialità della scenografia che si trasforma a seconda del momento narrato e che sottolinea l’instabilità, la mancanza di punti di riferimento di Ulisse.
Il testo è frutto di uno studio molto accurato ed approfondito dell’opera di Omero, una ricerca filologica che ha portato l’alternanza tra la narrazione in italiano e le numerose citazioni in greco antico tratte dall’originale. Scenografie e testi si mettono a servizio di un elemento chiave: il movimento. Tre attori e due danzatrici coinvolgeranno gli spettatori in
un turbinìo costante, trasportandoli in un mondo apolide, senza punti di riferimento nè stabilità, con la ricerca della terraferma che diventa simbolo della ricerca di sé stessi.
L’Ulisse di questo spettacolo si svela scena dopo scena: la ricerca archetipica lo vede sempre in lotta contro il suo ego. Da eroe invincibile ecco che, di viaggio in viaggio, di naufragio in naufragio, l’eroe deve ricredersi sulla sua onnipotenza e deve tornare all’essenzialità dell’IO, guidato dalla voglia inarrestabile di conoscere e di non fermarsi. Lo spettacolo rimanda costantemente alla necessità di continuare a procedere con la consapevolezza di non poter mai raggiungere l’orizzonte, ma solo il senso profondo della ricerca illimitata. Il titolo di questo spettacolo rimanda all’archetipo dell’uomo alla perenne ricerca di sé e del proprio posto nel mondo. L’archetipo che prende forma scena dopo scena può essere interpretato secondo due diverse prospettive, che si intersecano inesorabilmente fino a giungere alla completezza dell’interpretazione. Il viaggio che compie Ulisse è, in una lettura di chiave introspettiva,
il viaggio dell’IO alla ricerca del completamento di sé: in un susseguirsi di scene che rimandano a vere e proprie illustrazioni che prendono vita sul palco, ogni personaggio incontrato da Ulisse rappresenta una parte di noi. Da Circe con la sua sensualità a Nausica, simbolo della purezza della gioventù fino ad arrivare alla razionalità di Re Alcino, non si può dire che il protagonista si completi fino all’arrivo del vero alterego dell’eroe: Penelope. Archetipo femminile che riporta l’equilibrio in questo fluttuare perenne dell’apolide, lei resta coraggiosamente avvinta alla sua tela, in una danza su vele bianche che non mancherà di stupire. La seconda sfumatura di interpretazione dello spettacolo racconta invece una storia antica che si ripete, più drammatica che mai, ogni giorno.
Ulisse è un uomo in viaggio, un apolide senza patria che, proprio come i migranti dei giorni nostri, spera ardentemente di trovare un punto di riferimento mentre viene sballottato da una parte all’altra del Mediterraneo.
Non solo: viaggio dopo viaggio, naufragio dopo naufragio, l’eroe del poema omerico vive il dramma di vedere il proprio destino gestito e manovrato dal governante o dal sovrano della terra in cui sbarca, ancora una volta
un parallelismo forte ed incisivo con la condizione che milioni di persone sono costrette a vivere sulla loro pelle ancora oggi, considerati da tutti senza patria e senza diritti.
CURIOSITÀ
La stesura e l’ideazione di questo spettacolo che parla di viaggio, di spazi aperti e di orizzonti infiniti sono nate proprio durante il periodo di lockdown. Il contrasto tra gli spazi chiusi nei quali siamo stati costretti a vivere per mesi e la realizzazione di uno spettacolo nel quale protagonista assoluto è il viaggio e la ricerca dell’orizzonte infinito hanno reso ancora più chiara la potenza del teatro: basta l’immaginazione per uscire dalla nostra stanza e ritrovarci in balìa delle onde, in mare aperto, insieme ad Ulisse.
QAMAR e BUDUR
da un racconto de LE MILLE E UNA NOTTE
Un principe ed una principessa, entrambi giovani ed entrambi poco inclini al matrimonio, scopriranno l’amore grazie ad un genio e ad una fata in competizione per decretare il più bello. L’incontro tra i giovani travalica ogni confine e dalla Cina alla Persia si narra l’amore attraverso potenti costruzioni sceniche che faranno compiere allo spettatore un avvincente viaggio nella magia di una favola senza tempo, che si dipanerà sotto i suoi occhi attraverso la sapiente creazione di illustrazioni animate.
Uno spettacolo poetico che racconta, attraverso una sapiente miscela di contemporaneità, suggestioni visual e rimandi musicali evocativi, una storia senza tempo: l’amore, la distanza, i sogni infranti e la sfida alla morte sono concetti contemporanei che rivivono sul palco attraverso le vicende dei giovani protagonisti.
Gli artisti che danno vita a questo spettacolo sono volutamente molto diversi tra loro: non solo attori e danzatrici di diversa nazionalità ma anche un’alternanza di personaggi reali e magici, sorretti da colonne sonore oniriche con grandi
suggestioni etniche, faranno rivivere una delle storie che meglio rappresentano la ricchezza derivante dall’incontro di diverse culture.
I linguaggi espressivi di cui si avvale questo spettacolo per dar voce al trionfo della vita sono molteplici: dalla poesia classica alla ruvidezza della commedia dell’arte, dall’armonia dei corpi in movimento alle splendide maschere della Commedia dell’Arte.
Un’ora di completo distacco dal quotidiano, un’immersione nella sfera spirituale, magica e mistica degli archetipi universali, attraverso le suggestioni d’Oriente: questa l’essenza di Qamar e Budur